Wednesday, December 28, 2005

In Italia ancora pochi pc e Internet

Dai dati recenti indagine ISTAT.

Aumenta l'utilizzo del computer, dal 16,7% nel 1997 al 43,9% del 2005, ma rimangono ancora senza computer a casa oltre la metà degli italiani, ossia il 56,1%.
Un numero ancora maggiore non accede a Internet (65,5%). Tra le motivazioni per cui non si naviga sul Web da casa, viene indicato uno scarso interesse (il 40,4% lo considera «inutile e non interessante»), mentre al secondo posto si colloca la mancanza di capacità (31,2%) e i rimanenti o vi accedono da altro luogo, oppure ritengono «costosi gli strumenti necessari per connettersi o il collegamento».Gli utilizzatori di computer diventano sempre più giovani, aumentanto il Digital Divided ormai noto.

Thursday, December 15, 2005

Information overload


Information overload, la tecnologia modifica le relazioni.
Nell'attuale mondo iper tecnologico dobbiamo sviluppare capacità di saper operare rapide valutazioni e selezioni delle informazioni.

La crescente rapidità di accesso alle informazioni modifica il modo di pensare e soprattutto di relazionarsi con gli altri.
Nell'attuale mondo iper tecnologico la dimensione psichica dell'io, quella a cui eravamo abituati, fatica a sopravvivere. Siamo sopraffatti da molteplici stimoli sensoriali, molteplici fonti informative (Internet, cellulari, televisione, video), dobbiamo fare i conti con un crescente rapidità di accesso alle informazioni.
Il nostro modo di pensare e lo stile cognitivo che utilizzavamo una volta ora non vanno più bene, sono troppo lenti e inefficaci.
Dobbiamo sviluppare capacità di saper operare rapide valutazioni e selezioni delle informazioni. La razionalità lascia il posto alla creatività, il libro al Web, la scrittura alla multimedialità (gli SMS e gli MMS delle nuove generazioni, che usano i cellulari come carta e penna). L'io di gutenber, dei libri e della parola scritta, lascia il posto all' digtIO (io-digitale).
Dominando la transizione, la complessità, il passaggio; niente è duraturo, molte informazioni valgono appena poche ore, al massimo un giorno,le realtà molteplici, l'iper-realtà (il cui inizio si è avuto con la virtualità) la mente si deve addattare trasformandosi.

continua

Saturday, December 10, 2005

La creativita' italiana.


La creativita' italiana, intervista a Marco Cremona.
Marco Cremona direttore creativo delle Young & Rubicam a Los Angeles.


Cos'e' copywriter ?
Un copywriter e' il creativo che si occupa della realizazzione dei testi,titoli, messaggi di una campagna promozionale,generalmente lavora insieme all' art director che ha il compito di tradurre in termini visivi i testi attraverso la grafica, le "impressioni visive".Il linguaggio testuale si integra con quello visivo per lanciare un messaggio da proporre al direttore creativo.

La forza creativa quindi sta nelle idee, alcuni studiosi sostengono che le nuove fabbriche saranno "Fabbriche di Idee" ?
Si tutto nasce dalle idee che vengono poi proposte al direttore creativo.

Chi e' il direttore creativo ?
Il direttore creativo e' una o piu' persone, possono essere infatti anche due direttori che lavorano insieme, si occupa per il 50% di valutare le idee proposte e quindi sottoporle ai clienti potenziali, svolge funzione di "account" e manager responsabile, per un altro 50% continua a coltivare il pensiero, le idee, i progetti, la creativita' ,Spesso tuttavia il primo compito tende a prevalere e ad assorbire tutte le energie.


vedi lo Spot
Ha vinto due premi internazionali, il leone di bronzo al Festival internazionale della pubblicita' di Cannes ?
Si' primo nel 2000 ha premiato la pubblicita' di un sito internet Excite,
il secondo, lo spot Telecom con Ghandi che mi ha permesso di cambiare carriera, infatti da gennaio 2006 mi trasferiro' nella sede della Young&Rubicam di Los Angeles.Un sogno che si realizza.

Come sviluppare la creativita' nei giovani e quali consigli dare a loro ?
La creativita' si esercita,piu' che studiarla, attraverso l'esperienza.Ci sono corsi di comunicazione e creativita' ma io suggerisco di fare delle esperienze dirette con agenzie pubblicitarie e fare esperienze all'estero.L'Italia e' vista come una cenerentola nel mondo sul tema creativita' nonostante la sua ricca cultura e arte.Nei premi internazionali gli Stati Uniti, l'inghilterra,il Brasile, la Francia sono ai primi posti, non cosi' per l'Italia.
Ho trascorso due anni di lavoro in Brasile come copywriter, l'esperienza e' stata particolarmente interessante ho imparato a lavorare in modo piu' concentrato, focalizzato e costante senza tuttavia fretta o frenesia.Si lavora con molta piu' liberta' senza inutili tempi pressanti.

A Los Angeles assumera' l'incario di direttore creativo, esistono "specializzazzioni" come direttore creativo su una particolare tipologia di media ?
Generalmente no, tuttavia alcuni direttori sono per cosi' dire specializzati su certe marche e prodotti.

Friday, November 25, 2005

Sempre piu' cellulari

Sempre piu' cellulari e internet
Presentato a Roma il rapporto Censis/Ucsi sulla comunicazione.
E' il cellulare il piu' amato dagli italiani tra tutti i mezzi di comunicazione.
Gli utenti abituali del 'telefonino' fra il 2001 e il 2005 sono infatti raddoppiati (+19 milioni) raggiungendo quasi quota 40 milioni. Le le videochiamate attualmente riguardino l'8% degli utenti, circa metà e' convinto che fra breve questo sara' il principale modo per comunicare". Internet e satellite.
Anche le persone in grado di usare un computer sono aumentate di 5 milioni raggiungendo quota 15 milioni; gli utenti di internet sono invece cresciuti di oltre 5 milioni giungendo a piu' di 11 milioni (come utenti abituali, e quasi 18 milioni come utenti complessivi); infine gli utenti della tv satellitare sono ulteriormente cresciuti di 2 milioni. Il pc in casa. In piu' della meta' delle case c'e' un computer, 55,4%, di questi l'11% e' un pc non connesso a internet, nel 12% il computer e' connesso ma non lo si sa usare, per il 32,4% il computer e' connesso e viene usato per navigare. l rapporto, poi, analizza la "dieta mediatica" e la stratificazione della popolazione in base al numero di mezzi di comunicazione abitualmente impiegati in combinazione tra loro: rispetto al precedente rapporto i 'marginali' si sono ridotti di poco (persone che usano un solo mezzo: dal 9,1% all'8,3%), mentre il gruppo degli 'onnivori' (persone che usano quasi tutti i media a disposizione) e' cresciuto significativamente, passando dal 14,8% al 17,2%, ossia 8,6 milioni di persone in totale.
Infine, c'e' il gruppo dei "pionieri", utenti di tutti i media disponibili: in tre anni sono cresciuti di un punto percentuale e sono diventati 1,6 milioni in Italia.

Monday, November 07, 2005

Incontro con l'autore.


Roberto Zarriello e' autore del libro Penne Digitali. Dalle agenzie ai blog: fare informazione nell'era di Internet.

Roberto Zarriello e' autore del libro Penne Digitali. Dalle agenzie ai blog: fare informazione nell'era di Internet.Dopo numerose esperienze con testate on line e televisive, in particolar modo sportive, entra a far parte dell' Age ( Agenzia Giornalistica Europea ) nel 2002. L'anno dopo e' responsabile del portale sportivo. Attualmente e' Vicedirettore dell' Age ed e' a capo dl settore formazione. Collabora con l'edizione pugliese di Repubblica. Inoltre e' docente in master di giornalismo e comunicazione.
Si parla molto di giornalismo on line, qual' e' la differenza rispetto la carta stampata ?
Il giornalismo on line si differenzia da quello tradizionale per le peculiarita' del mezzo di trasmissione: Internet e' dinamico, la carta stampata no. Sul Web tempestivita' ed immediatezza sono sensibilmente importanti, purche' non siano a discapito della veridicita' della notizia, ne' di un accurato controllo delle fonti.
In tempo reale si informa l' utente, che raramente legge con calma un articolo dall'inizio alla fine, ma che tende, piuttosto, a scorrere le righe alla ricerca di cio' che piu' lo interessa. Diviene fondamentale, quindi, strutturare il proprio pezzo in paragrafi, in modo che si segua un filo logico di immediata comprensione. Si consiglia, inoltre, uno stile semplice, chiaro e diretto, sostanzialmente che non faccia perdere tempo al lettore, che in un click puo' gia' essere altrove. Bisogna, poi, sfruttare la peculiarita' del mezzo Internet, ad esempio linkando argomenti correlati, altri articoli, interviste e siti ufficiali. Un bravo giornalista non fara' mai venire meno serieta' e responsabilita' nel proprio operato, ma sapra' anche adattarsi a pregi e difetti del media su cui di volta in volta si trovera' a lavorare.
Fare informazione su Internet, cambia il rapporto tra giornalista e lettori ?
Sul Web la relazione con il lettore si caratterizza per la sua interattivita'. Il webgiornalista ha la possibilita' di avere un rapporto molto stretto con i suoi utenti, che spesso possono commentare gli articoli, o mettersi direttamente in contatto con l' autore scrivendogli via e-mail, uno strumento decisamente immediato di comunicazione. Ci sono, poi, molti altri strumenti di interazione, quali chat e forum tematici. Molti giornalisti, poi, curano anche dei Weblog personali e/o professionali in cui i lettori hanno ancora piu' la possibilita' di interagire. Non bisogna, poi, dimenticarsi che sul Web l' apprezzabilita' dei contenuti e' misurabile in numero di click e che la quantita' di visite determina il successo del sito. Il che non vuole dire che il cybergiornalista debba assumere i panni del lettore o venire necessariamente incontro alle sue esigenze. Significa, piuttosto, che il cybergiornalista piu' di chiunque altro deve impegnarsi nel veicolare una informazione chiara e coerente, che susciti l' interesse e la curiositaa' di chi legge.
Il recente Rapporto Censis-Ucsi 2005, evidenzia che nella "piramide mediale" nell' uso abituale dei media degli ultimi anni, Internet e' in forte crescita ( + 10%) rispetto un sensibile calo dei quotidiani ( -4,4%) e settimali (-4,3%), e' la fine annunciata della carta stampata ?
Internet e' uno strumento potente in mano al mondo dell'informazione, offrendo non solo contenuti in tempo reale, ma anche multimedialita' e interattivita', caratteristiche sconosciute ad altri media. Difficilmente, pero', un nuovo mezzo di comunicazione sostituisce il precedente al punto tale di farlo scomparire: la televisione non ha comportato la fine della radio, ne' dei giornali, piuttosto ci si trova davanti ad una ridefinizione di ruoli. Lo stesso lettore in momenti diversi della giornata puo' rivolgersi a realta' mediatiche differenti in base alle esigenze di informazione e di approfondimento sentite di volta in volta.

Quali sono le competenze richieste ad un cybergiornalista ?
I ferri del mestiere? sono gli stessi. Il cybergiornalista, esattamente come il giornalista tradizionale, ha l' obbligo di restare fedele a quei principi di equidistanza, chiarezza espositiva, spirito critico e responsabilita' verso i propri lettori. Certamente al cybergiornalista viene richiesta una maggiore confidenza tecnologica, ad esempio con i programmi di videoscrittura e con gli strumenti di ricerca on line, del resto la macchina da scrivere, ormai, ha perso il suo fascino anche per il giornalista tradizionale.
L'esplosione dei weblog aperti a tutti gli internet-nauti mette in secondo piano la figura del giornalista professionista ?
La professionalita' e' cio' che contraddistingue un giornalista, non la testata per cui scrive, soprattutto su Internet, dove anche il sito del piu' piccolo giornale locale puo' essere virtualmente visitato da ogni parte del mondo. I Weblog, frutto della dinamicita' e della interattivita' proprie della rete, sono nuovi luoghi di incontro, spazi di approfondimento e riflessione sulle tematiche piu' varie. Sono il simbolo tangibile della liberta' di espressione on line, dove le barriere economiche del mezzo di comunicazione vengono abbattute con il costo di un computer dotato di connessione. L' attivita' dei blog non mette in secondo piano il lavoro del giornalista, anzi, ne puo' amplificare la portata, quotando articoli e autori, stimolando altri potenziali lettori a riflettere e commentare i temi trattati. Questo, ad esempio, e' uno degli obiettivi che sto perseguendo insieme ad altri esperti del settore con il blog http://www.pennedigitali.it/ incentrato sul tema del fare informazione nella' era di Internet, al momento ospitato da Splinder, ma che molto presto entrera' a fare parte del mondo Blogosfere.
I nuovi webgiornali saranno sempre piu' multimediali, con musica,filmati e video ?
Non vedo perche' dovrebbe essere altrimenti. Risolti i problemi relativi a connessioni lente e al caricamento istantaneo, o quasi, delle pagine Internet, i Webgiornali sono liberi di scatenarsi con le potenzialita' e le offerte multimediali della rete. L' informazione on line, gia' immediata e a disposizione dell'utente in qualsiasi momento in ogni dove, diviene cosi' ancora piu' completa.
Sempre secondo il recente Rapporto Censis-Ucsi 2005, nelle attivita' personali collegate all'uso di Internet emergono in ordine: cercare, lavorare, informarsi, giocare, approfondire, entrare in contatto con altre persone, acquistare/vendere, divertirsi ... cosa ne pensa ?
E' la dimostrazione evidente che oggi la gente si collega ad Internet soprattutto per informarsi. Qualche anno fa tutto questo sembrava impensabile. Inoltre, se e' vero che il rapporto Censis evidenzia che ci si collega al web prima di tutto per cercare e per lavorare, e' altrettanto vero che questi tipi di attivita' potrebbero a loro volta riguardare il mondo dell' informazione. Posso ad esempio collegarmi ad Internet per cercare un articolo in un motore di ricerca come posso usare Internet se sono un redattore-web e lavoro per una testata online. In ogni caso non sbaglia chi pensa che l' informazione e le notizie in genere possano rappresentare la merce del futuro con tanto di compravendita.
Grazie per la collaborazione
Daniele Pauletto

Saturday, November 05, 2005

Gli italiani chiedono piu' servizi on line


PA: gli italiani chiedono piu' servizi on line.
Dalla ricerca del Censis "Cittadini Digitali 2005" e' emersa una chiara volonta' degli italiani a ricevere maggiori servizi on line.


Dalla ricerca del Censis "Cittadini Digitali 2005" e' emersa una chiara volonta' degli italiani a ricevere maggiori servizi on line. Chiedono in pratica "strumenti di accesso a distanza per usufruire dei servizi erogati". Secondo il Censis, per la prima volta la maggioranza degli italiani, il 53,3%, preferisce ai tradizionali "sportelli" l'accesso a distanza ai servizi degli enti della Pubblica Amministrazione: di questi il 26% chiede una maggior diffusione dei call center, il 14% un aumento dell'informazione televisiva e il 13% un miglioramento dei servizi online. Gli utenti di internet in Italia sono oggi 20 milioni, in crescita di appena un milione rispetto allo scorso anno. Un dato che, per il Censis, conferma "un rallentamento della crescita rispetto alla rapidita' con cui era avvenuta negli anni passati (5 milioni di utenti in piu' tra il 2003 e il 2004)". Internet, con sei milioni di italiani che utilizzano i siti dei Ministeri e degli enti locali, non e' ancora lo strumento prevalente per la fruizione dei servizi mentre cresce la sua penetrazione come mezzo di comunicazione e di ricerca di informazioni, riferisce il Censis. Secondo l'istituto infatti il 95,2% dei navigatori usa la rete per cercare informazioni di vario genere, l'87,9 usa la posta elettronica e il 31,9% partecipa a chat, forum e scambiano file e filmati con altri utenti. I piu' versati all'uso di Internet sono, come prevedibile, i giovani (fino a 29 anni). Analizzando nel dettaglio il profilo dei navigatori italiani, il Censis sottolinea come la maggioranza degli studenti siano fruitori del web (70%) cosi' come lo sono il 62% dei dipendenti pubblici e il 61% dei professionisti. Pensionati e casalinghe invece rimangono le categorie escluse dallo sviluppo di questa tecnologia. Gli italiani inoltre prediligono navigare in casa ma, segnale di maggiore "disinvoltura", cresce la percentuale di coloro che si collegano da diversi luoghi e hanno la possibilita' di rimanere connessi alla rete tutta la giornata (17%).

link

Wednesday, October 26, 2005

Ancora pochi gli italiani che usano il web

Internet non decolla, deve trasformarsi per crescere: lo dicono i dati emersi dall'ultimo rapporto del Censis. Pochi gli italiani che sanno usare il computer.


Quasi tre italiani su quattro non si connettono mai a Internet: quelli che non lo fanno perché non sanno usare il computer sono addirittura il 74%. Si tratta soprattutto di anziani e di adulti con un livello di istruzione basso, accentuando il fenomeno del digital divide ormai noto.
Il computer, strano ma vero, è il principale ostacolo alla diffusione di Internet, accompagnato dalla modalità di connessione: il 72,6% usa le linee telefoniche normali, lo fa prevalentemente da casa il 70,7%.
Il divario si allarga quando si prende in considerazione il livello di istruzione, ma esiste anche un effetto generazionale (generational gap): i giovani (tra i 14 e 17 anni) e gli adulti (tra i 30 e 44 anni) sono le fasce d’età in cui la penetrazione del mezzo è maggiore.
E' sorprendende il dato del 16,5% dei giovani che, pur sapendo usare il mezzo, non si connette semplicemente perché non sa cosa farsene. La sostanziale stagnazione che si è registrata negli ultimi anni, continua impetuoso il rapporto, costituisce un importante campanello d’allarme.
Altro dato interessante è legato alla motivazione che spinge una persona a utilizzare Internet. Gli "adulti istruiti" usano il web per acquisire informazioni su qualsiasi argomento (il 42,7 % contro il 25,6% dei giovani), o per aggiornarsi in tempo reale (il 23,5%), o per motivi di studio o lavoro (il 20%).
Diametralmente diverso l’approccio dei giovani: navigano principalmente per mettersi in contatto con molte persone in ogni parte del mondo sono il 32,6%, o per divertirsi o navigare su siti più impensati: alla faccia di chi vuole utilizzare Internet per istruire, nel senso classico del termine, i giovani.
La prima funzione della Rete per i giovani è relazionale e ludica: chattare con gli amici, scrivere messaggi e scaricare la musica. L’uso dei motori di ricerca o l’aggiornamento sulle ultime news lo lasciamo agli adulti istruiti.
I comportamenti degli adulti "non istruiti" si avvicinano un po’ a quelli dei giovani. Si tratta di un sottoutilizzo del mezzo? Aspettiamo le convergenze con la mobile comunication dei cellulari evoluti o le integrazioni con la Tv digitale terrestre.

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Dimensione File: 769 KbStampabile: Si
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Data pubblicazione: dicembre 2003
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http://manager.leonardo.it/Site/Tool/Article?ida=9966

Reti di relazioni


Ciascuno di noi stabilisce delle reti sociali, strutturate e ordinate, con i propri parenti, colleghi e amici.

Viviamo in relazioni più o meno strette con gli altri. Stabiliamo così delle reti di relazioni, reti sociali, strutturate e ordinate, con i nostri parenti, colleghi di lavoro, amici più assidui. Tutto ciò va a costituire un piccolo network (pr o piccola rete) ristretto, di cui conosciamo l'estensione e l'esistenza stessa.
Esiste poi una rete più allargata (GR o Grande Rete) fatta dalle persone più disparate, amici sporadici o d'infanzia, conoscenze lontane e occasionali, che formano un struttura sotterranea molto più ampia e a noi spesso sconosciuta.

Ogni network è fatto di connessioni e nodi. I mezzi a nostra disposizione facilitano le comunicazioni all'interno della rete: basti citare il cellulare, gli Sms, il computer, la posta elettronica, internet e i vecchi mezzi: il telefono, il fax, la posta ordinaria per citarne solo alcuni.
E' stato calcolato che il 96% delle nostre comunicazioni avviene tramite telefono e cellulare, media di comunicazione interpersonale dominante. Le notizie si diffondono con più rapidità e facilità tramite queste reti, rispetto alle altre possibili modalità.
Lavorare in rete diventa così una strategia vincente ed efficente. Le Reti tra aziende, comuni, enti e istituzioni, scuole, associazioni e gruppi sono le armi fondamentali per la crescita e lo sviluppo sociale ed economico del territorio.
Tali reti hanno una "intelligenza interna" e seguono delle regole ben precise. La rete forte, perchè più ampia e allargata, è quella fatta dai punti deboli (GR), composta da nodi lontani o occasionali che consentono di allargare la struttura verso punti nuovi.
Generalmente noi utilizziamo la piccola rete nel diffondere le notizie, le relazioni e i progetti, tralasciando i nodi lontani: così le comunicazioni, le relazioni e i progetti si fermano limitandosi a pochi, i soliti.
Ogni azienda o istituzione isolata che non fa rete con altre, non si sviluppa o cresce molto lentamente; fatica a sopravvivere nella nuova società della conoscenza estesa, iperconnessa. Anche Internet è una Grande Rete con importanti risvolti economici e sociali. Siamo pronti al cambiamento?

La tecnologia modifica le relazioni


La crescente rapidità di accesso alle informazioni modifica il modo di pensare e soprattutto di relazionarsi con gli altri.

Nell'attuale mondo iper tecnologico la dimensione psichica dell'io, quella a cui eravamo abituati, fatica a sopravvivere. Siamo sopraffatti da molteplici stimoli sensoriali, molteplici fonti informative (Internet, cellulari, televisione, video), dobbiamo fare i conti con un crescente rapidità di accesso alle informazioni.
Il nostro modo di pensare e lo stile cognitivo che utilizzavamo una volta ora non vanno più bene, sono troppo lenti e inefficaci. Dobbiamo sviluppare capacità di saper operare rapide valutazioni e selezioni delle informazioni. La razionalità lascia il posto alla creatività, il libro al Web, la scrittura alla multimedialità (gli SMS e gli MMS delle nuove generazioni, che usano i cellulari come carta e penna). La conoscenza si fonda non più sui libri ed enciclopedie, ma sempre più sull'esperienza.

Anche l'ordine cede il passo alla spontaneità, la logica al paradosso, l'individualismo al team (gruppo di lavoro, gruppi di interesse, gruppi di relazioni, gruppi di esperienze). Dominano la transizione, la complessità, il passaggio; niente è duraturo, molte informazioni valgono appena poche ore, al massimo un giorno; e poi ancora le realtà molteplici, l'iper-realtà (il cui inizio si è avuto con la virtualità). L'ordine, la logica e il rigore stentano, mentre spopola l'ambiguità (le identità indefinite nelle chat), la spontaneità, l'ironia, il paradosso. Il passato e il futuro arrancano di fronte all'immediato, al presente.
L'io si frammenta lasciando il primato al principio del piacere, vivendo una molteplicità del sé, a multipersonalità, a identità mutevoli. Cadono le certezze, avanzano gli spazi dei molteplici interrogativi, domina la comunicazione comunque e ovunque, con qualsiasi media: tutto va sperimentato condividendo esperienze, relazioni in gruppi reali o virtuali di breve durata, o creati per l'occasione.
Si vivono così mutevoli forme di coscienza; il vecchio io cede il passo all'io proteiforme, flessibile, capace di adattarsi continuamente alle nuove circostanze, trasformandosi in forme di mimetismi buoni per l'occasione. La ricchezza ora sta nelle esperienze, non più sul possesso materiale o sul consumo dei beni. Creare relazioni e reti di relazioni, anche con l'aiuto delle nuove tecnologie, ecco la nuova professione del 2000: chi è pronto?

link http://www.zeusnews.it/index.php3?ar=stampa&cod=3754&numero=572